Sembra l’inizio di una serie su Netflix, ma è successo davvero: Julieta Makintach, giudice argentina coinvolta nel processo per la morte di Diego Maradona, si è dimessa proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto decidere il suo impeachment.

Makintach era stata assegnata in modo speciale al processo contro l’equipe medica che aveva in cura Maradona nelle settimane prima della sua morte, nel novembre 2020. Ma invece di garantire giustizia… ha finito per mandare tutto all’aria.

Cosa ha fatto, esattamente?

A marzo di quest’anno, la giudice ha permesso (e forse addirittura facilitato) l’ingresso di una troupe televisiva durante un’udienza del processo. Non solo: ha anche rilasciato un’intervista nel suo ufficio a chi stava realizzando un documentario intitolato “Justicia Divina”. Sì, avete capito bene.

Il tutto è venuto a galla quando uno degli avvocati ha notato quattro persone con telecamere e microfoni nella sala d’udienza. Da lì è esploso lo scandalo.

Il processo? Annullato.

Malgrado le settimane di testimonianze — comprese quelle commoventi delle figlie maggiori di Maradona e dei medici coinvolti — tutto è stato dichiarato nullo. In pratica, si riparte da zero.

Le parti coinvolte hanno chiesto l’immediata rimozione della giudice e la giustizia di San Isidro ha aperto un procedimento per valutarne la condotta. Martedì 24 giugno si sarebbe dovuto decidere se avviare o meno un processo politico nei suoi confronti.

Ma niente di tutto questo accadrà. Makintach si è dimessa prima.

E ora?

Resta un processo annullato, una verità ancora lontana e una giudice che ha lasciato il suo incarico senza affrontare le conseguenze fino in fondo.

Diego è stato un mito, un idolo, un uomo amato e discusso. Ma forse, per lui, la giustizia resta ancora… divina, e lontana.